Il nostro viaggio di 25 giorni alla scoperta di Cuba, un’isola dominata non solo dai colori e dalle vecchie Chevrolet, ci ha portati a scoprire i vicini Cubani, non solo intesi come popoli a noi simili ma ciò che ci ha colpito è il rapporto che hanno con i vicini di casa.
Matteo ed io non siamo partiti con un’idea ben precisa di progetto fotografico. Non avevamo intenzione di farne uno. Volevamo semplicemente vivere Cuba e il suo popolo, capire come si ci sente a vivere con l’embargo, a sentirsi emarginati dalle grandi potenze mondiali.
Ringraziamo Giuseppe Piserchia che ha saputo interpretare e comprendere ciò che avevamo in mente, realizzando un video che rispecchia a pieno ciò che abbiamo vissuto. Il resto delle immagini sono quelle non incluse nel video ma alle quali siamo più legati.
25 giorni
4 voli per un totale di 28 ore
14 ore di spostamenti in macchina per un totale di 1095km
Perchè abbiamo scelto proprio Cuba? L’abbiamo capito appena atterrati. Subito ti senti svestito di tutti gli agi e i comfort che la vita occidentale ci hanno donato. Un’isola ricca di colori fluo e vecchie Chevrolet restaurate per accattivare i turisti. Tuttavia nasconde ben altro. Abbiamo scelto di fermarci in 5 città, Havana, Vignales, Cienfuegos, Trinidad e Varadero. In ognuna di queste ben presto abbandonato i centri turistici per perderci, camminando circa 20 km al giorno tra le periferie.
Un incontro è stato fondamentale nel nostro percorso. Quello con Vladimir, professore di filosofia laureato con diversi masters, ma operatore turistico per un’agenzia del governo. Per riassumere non starò qui a raccontarvi le ore che ci ha tenuto incantati ad ascoltare le sue storie. Tuttavia una sua frase per noi è stata la chiave di tutto: “i Cubani sorridono con gli occhi ma non con il cuore”.
Cuba è fatta di cose semplici, di persone per le strade o sull’uscio della porta di casa affiancata a quella del vicino. Di conseguenza diventato miglior amico, tanto da definirlo “famiglia”. Perciò passano le giornate a chiacchierare e poi a condividere tutta la vita. Cuba è anche il giorno di capodanno in cui il più anziano gira per 8 ore un maiale su un braciere. Cuba è un “Hola!” a qualsiasi passante. E’ un’ospitalità infinita: “mi casa es tu casa”. Inoltre è strade distrutte e fogne a celo aperto. E’ banchetti per strada e nelle case, adibiti a negozi di fortuna per vendere qualsiasi cosa si reperisca in giro.
Non abbiamo la presunzione di definirlo “progetto fotografico”, ne “reportage di viaggio”. In altre parole è il nostro racconto, è ciò che abbiamo vissuto e percepito in questi 25 giorni di vita cubana. Una vita in cui ci siamo immersi e nella quale ci siamo fusi, senza paure ne limiti.
Abbiamo voluto raccontare Cuba per immagini, le nostre. Ad ognuna di esse è legata una storia, un abbraccio, un saluto, un sorriso e un volto. Resterà per sempre nella nostra memoria, vale a dire ciò che al meglio custodisce i nostri ricordi.
Photographers: Federica Ariemma and Matteo Lomonte
È un viaggio fotografico sincero. Scattato con gli occhi vuoti da pregiudizi o da cliché, spesso frequenti nella fotografia di viaggio. Probabilmente non è un vero reportage, come Federica e Matteo stessi scrivono, ma è sicuramente un racconto fatto con il cuore sincero, con vicinanza e rispetto dei cubani; un racconto che si pone una volontà maggiore; che non vuole documentare il viaggio in sè ma che nel suo piccolo vuole aiutare i cubani. Il video infatti ha proprio questo sapore…di comunicare al mondo (o semplicemente ai follower) le condizioni di “vita ristretta” imposta ai cubani dai blocchi commerciali internazionali; blocchi che impongono una vita ridotta al minimo indispensabile. La scelta di Federica e Matteo di indagare le periferie colpisce nel centro, è lontana dalle solite immagini di Cuba e ci restituisce un realismo intenso, scene di povertà quotidiana a cui il mondo e i cubani stessi (forse) si sono abituati. Una Cuba inedita che merita di essere vista e raccontata. Un racconto che emerge dal viaggio personale e aspira a una solidarietà sociale, troppo spesso dimenticata, della quale avremmo più bisogno, ogni giorno.